sabato 10 dicembre 2011

33 - Appendice 8: IL CIMITERO DI TRESPIANO





È l'ultima casa per antonomasia
dei Fiorentini.

Malgrado non abbia la fama monumentale delle Porte Sante 
né, tantomeno, la maestosa sacralità di Santa Croce,
a Firenze basta dire Trespiano per intendere cimitero.

Prende il nome dalla frazioncina collinare che ormai condanna anche i residenti vivi a considerarsi nominalmente defunti.
Se a Firenze uno dice: "Abito a Trespiano", l'altro gli risponde, immancabilmente: "Allora tu sse' morto!". E sogghigna.

Il toponimo Trespiano è una corruzione di trans planum,
più o meno "cima pianeggiante", e in essa il cimitero si estende
per alcuni ettari
su uno splendido declivio il solo guardare il quale ispira pace.
Eterna, in questo caso.

Nato nel 1784, quando i Lorena vietarono i seppellimenti nelle chiese
e all'interno dei centri abitati, il cimitero di Trespiano,
 data la grandiosità dello scenario che gli si apre di fronte,
si è meritato l'appellativo di "Valle di Giosafat Fiorentina".

(Nella biblica Valle di Giosafat si identifica il luogo del Giudizio Finale...).*


*Questa nostra introduzione è stata ripresa dal sito Visit Cemetery senza avvisarci né citarci. Essere depredati è buon segno, per cui non ci lamentiamo, anzi, per generoso ringraziamento noi citiamo loro, e riproduciamo qui sotto il relativo passo.

Come si vede, il nostro Archivio narrato fa testo.
Ed è qui che è sepolta la nostra protagonista, Paolina
insieme a vari altri comprimari della sua vita.
C'è infatti sua madre Adelinda, suo figlio Ruggero e, ultima arrivata, la di lui moglie, Margherita, che peraltro non la conobbe mai
(ma conobbe Adelinda, così come la conobbero sua madre Rosa, sua sorella Maria e sua zia Giulia, tutte stabilmente residenti nello stesso cimitero).

Insomma, gran parte della famiglia di chi scrive riposa a Trespiano.
Paolina a Trespiano è in buona compagnia: lo stesso sito a cui abbiamo già accennato la inserisce tra i personaggi famosi ivi sepolti (in questo caso hanno copiato da Wikipedia, aggiungendo le qualifiche e assegnando arbitrariamente ad alcuni nomi la gloria del grassetto - e Paolina fortunatamente ne usufruisce).


Per completezza e rispetto nei confronti dei personaggi sopra citati aggiungiamo che Fabiani, Conti, Bargellini e Pieraccini furono anche Sindaci di Firenze, ed Ettore Nava fu un ottimo baritono.
L'attuale tomba di Paolina (perché ne ebbe una diversa all'inizio) è facilissima da trovare: si tratta di un loculo-ossario reperibile appena passato il lungo, cipressato ingresso,
in cima alla prima scalinata che si trova subito sulla destra, in una sorta di piccolo giardino pensile abitato da bambini morti che immaginiamo lei guardi amorevolmente dal suo muro.

In suo nome nel 2015 abbiamo di nostra iniziativa restaurato quelle piccole tombe dimenticate, lasciate all'incuria e ridotte parecchio male. Anche le foto di maiolica dei piccoli defunti erano staccate e rotte. Le abbiamo riparate e riattaccate, e ripulito tutto.

L'angolo appartato di Paolina a Trespiano.
La sua tomba è quella a sinistra in alto con la lanterna ovale.
In basso il piccolo spazio del "Giardino dei bambini" 

subito dopo il nostro restauro (2015).
A destra spunta il muro più scuro di una cappella,
che chiude lo spazio rendendolo molto raccolto


Adesso Paolina "vede" i suoi bambini 
sicuramente più contenti. 
La nostra è un'illusione, quasi una favola 
a cui ci piace credere. 
Ma... perché no?

Già si è accennato allo strano errore riguardante l'anno di nascita che appare sulla lapide: 1890 invece di 1886, probabilmente dovuto a errata comunicazione, o fraintendimento, o errore del marmista.
(Non ci stupiamo delle imprese dei marmisti: recentemente, in un altro cimitero, abbiamo noi stessi scoperto - meraviglia delle meraviglie -
una signora nata nel 1981 e morta nel 1933!!!).

Un piccolo mistero che aggiunge fascino alla figura di Paolina: abbiamo pensato persino che il 1890 fosse una data di nascita da lei stessa diffusa per guadagnare artisticamente quattro anni buoni di età... Cosa peraltro impossibile, essendo questa la seconda tomba, la cui lapide fu scritta 15 anni dopo la sua morte. Già, ma cosa c'era scritto sulla prima? Lo sapremo nel prossimo paragrafo. Più facile pensare a un errore di memoria della vecchia madre, vicina alla fine nel 1940, anno della riesumazione dei resti di Paolina e della loro nuova sistemazione. Ma per saperne di più basta tornare al capitolo n. 28 di questo Archivio.
A un certo punto delle nostre ricerche... colpo di scena! Abbiamo scoperto la prima tomba di Paolina. Come? Rovistando tra le moltissime negative lasciate dal figlio Ruggero, che amava documentare ogni cosa, anche se non sappiamo se le foto che ci interessano le abbia scattate lui, che allora era molto giovane. Parliamo al plurale, perché le immagini sono due: la prima documenta la semplice croce di legno installata provvisoriamente sulla sepoltura, la seconda la croce marmorea successiva.


Il crocifisso di legno collocato provvisoriamente sulla tomba di Paolina subito dopo l'inumazione

Non si è trovato alcun positivo delle due negative: forse non sono mai state stampate. Ma ci abbiamo pensato noi.


Ed ecco l'immagine della croce marmorea, che restò sulla sepoltura per 15 anni.



Non deve essere passato molto tempo dalla sistemazione della prima croce, o comunque dagli scatti delle due foto, perché i fiori della base si presentano nell'identico stato e posizione in entrambe le immagini (e questo confronto ci serve anche a stabilire trattarsi della stessa tomba).




Particolari a confronto. 
Come si può constatare, i fiori alla base della tomba 
non cambiano dalla prima versione "croce di legno" 
alla seconda "croce di marmo". (Nella prima immagine alcuni aspetti 
floreali identici sono stati collegati tra loro con linee di diverso colore, 
nella seconda il confronto può farsi senza sovrascritte).
Il risultato dell'osservazione fa pensare che le due foto
siano state scattate a poca distanza di tempo l'una dall'altra, 
forse addirittura nello stesso giorno, quello dell'installazione 
della croce definitiva, sicuramente databile al 1926,
immaginiamo in primavera, vista la fioritura.


Una croce aggraziata, nello stile dell'epoca, col buon gusto di non averci messo sopra la foto.
Peccato però per quella scritta così poco comprensibile. Effettivamente l'unica cosa che si riesce a leggere è il nome, tutto il resto, anche ingrandendo il particolare, è confuso, e anzi, più s'ingrandisce più si sgrana.
C'è voluto molto tempo e l'esame del testo a più riprese, ma alla fine, confidando nel nostro spirito interpretativo e non lasciando inascoltato il cuore, crediamo di essere riusciti a decifrare l'epitaffio. 
Che, nella nostra libera interpretazione, dovrebbe essere questo:

A SOLI 39 ANNI
PAOLINA PEZZAGLIA VED. GRECO
IL 17 12 1925
LASCIAVA PER SEMPRE NEL DOLORE
LA MAMMA ADELE E I FIGLI ANNA E RUGGERO
PER ANDARE LÀ DOVE SONO GLI ANGELI

Anche piuttosto bello, va detto, al confronto con i tanti epitaffi d'epoca rigonfi di paroloni e di strazi inenarrabili di cui abbondano i cimiteri più antichi. 
Ma, ribadiamo, si tratta di una nostra libera interpretazione.
La scelta di "Adele" al posto di "Adelinda" può essere stata dettata dalla lunghezza del verso rispetto allo spazio disponibile: una forma abbreviata che comunque abbiamo già trovato nell'elenco degli attori di una Compagnia teatrale di cui fece parte, con la figlia e il nipote, anche la mamma di Paolina

Nel 1940 la salma fu traslata in un semplice loculo che, come già detto, è molto agevole da trovare in questo grande cimitero in cui è facile smarrirsi. 
Ma si è perso il fascino di quelle graziose croci marmoree che spuntavano come fiori negli Anni '20 del Novecento sui campi dei morti.
Fortuna averne ritrovato le immagini.

E questa è la tomba attuale.




Ecco le coordinate per il reperimento della tomba di Paolina a Trespiano:

Loculo-ossario 1279
Sez. II Levante.

Lei è lì.
Tutto qui.



E, già che ci siamo, andiamo in America, dove Paolina è ricordata nel sito più importante della memoria mondiale. Basta cliccare qui sotto
http://www.findagrave.com/cgi-bin/fg.cgi?page=gr&GScid=2210258&GRid=81045514&CScn=trespiano+cemetery&CScntry=9

Ogni volta che percorro quei silenziosi viali mi entra addosso una quiete rigeneratrice.
Poi, uscendo per tornare nel mondo dei vivi,
sento il saluto di quello dei morti,
che resta lì, silenzioso, tranquillo, apparentemente immobile.

Che aspetta...


GIANNI GRECO

 ©
2007/2018



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