sabato 10 dicembre 2011

15 - SPOSI!


 Il Gran Giorno...

furono due!

Il cartoncino apribile che annuncia il matrimonio di Antonio e Paolina,
a Milano, dà come data il 7 marzo 1908.

Due giorni dopo nella stessa città verrà fondata l'Inter.

Ma la Notifica di Matrimonio rilasciata dalla
Basilica milanese di S. Lorenzo Maggiore indica il 14 maggio.






Evidentemente le due date si riferiscono al matrimonio civile e a quello religioso, tra cui intercorrono più di due mesi.
Strano è il dare più importanza al primo,
diramando le partecipazioni per quello.
Forse urgevano i regali, e anche la pancia della sposa era un po' meno evidente...
Ma com'era vestita Paolina? Due foto che abbiamo in Archivio e di cui non sappiamo nulla, tranne che furono scattate in uno studio di Bologna, ci inducono a pensare che si riferiscano proprio a questo: Paolina vi indossa un abito ampio, verosimilmente per dissimulare il pancione, che si intuisce sotto la veste. 
Lei si sposò a 21 anni, l'aspetto potrebbe corrispondere all'età.

Resta da capire perché le foto siano bolognesi e il matrimonio milanese, ma niente vieta a una ragazza che si muove molto per lavoro e che ha in Bologna e l'Emilia (Parma, Modena) punti di riferimento della propria vita, di farsi fare l'abito da sposa dove meglio le aggrada. Oppure le foto sono subito post nozze, e Paolina ha voluto immortalare il suo abito per non perderne il ricordo. 
Anche l'acconciatura dei capelli suggerisce un'occasione speciale.
Peccato che il marito sia assente, la sua presenza, magari vestito da sposo, avrebbe corroborato la nostra ipotesi, oltre a rimpinguare lo scarso numero di foto che ritraggono Antonio (ne abbiamo solo 6).


Il presunto abito da sposa della diciottenne Paolina, molto ampio, per dissimulare la gravidanza avanzata (si intuisce il pancione)
Paolina con l'abito che presumiamo essere quello 
con cui si sposò


Certo che se Paolina aveva una bella pancia il 7 marzo,
il 14 maggio, a meno di un mese dal parto, doveva averla bellissima!
Chissà come la guardava di traverso il prete...

A proposito di preti, in quell'anno Papa Pio X (vedi foto in testa) scrive un'enciclica avversa al "Modernismo", attuando una stretta e severa sorveglianza sui sacerdoti che vi simpatizzano (sarà per questo che in seguito l'hanno fatto santo?).
Anche i filosofi Benedetto Croce e Giovanni Gentile si scagliano contro il "Modernismo", dichiarando inconciliabili i princìpi di Fede e Scienza.
Per sposarsi in chiesa i nostri piccioncini scelsero la splendida basilica di S. Lorenzo Maggiore a Milano, un luogo davvero suggestivo e monumentale.








L'interno della basilica di S. Lorenzo Maggiore in una foto d'epoca
Un bel bigliettone d'auguri, in accompagnamento a un regalo di nozze collettivo per Antonio e Paolina, ha superato il tempo giungendo fino a noi.
Vi si legge, in squisita calligrafia:


Ad ANTONIO GRECO ed a
PAOLINA PEZZAGLIA

I Capocomici ed i Compagni
augurando in questa fausta circostanza
duratura felicità
vi annunciano l'invio di un loro
modesto ricordo.

Roma, X - III - MVIIICIX



Da antologia comica il pasticcio combinato con l'anno in numeri romani invertendo l'VIII col IX.
Ma interessanti le firme apposte, sedici in tutto, tra cui spicca, in testa a tutte, quella della famosa attrice - comica, appunto - Dina Galli.
Apprezzabile questo bel pensiero, in considerazione del fatto che i due sposini erano già usciti dalla Compagnia della Galli per entrare in quella di Renzi. Si vede che avevano lasciato un bel ricordo.


Dina Galli, Giulia Porta, Stanislao Ciarli, Ignazio Bracci, Antonio Oddi, Luigi Almirante, 
Annetta Chiarini, Arturo Chiarini, Tiziano Rossi, Amerigo Guasti, Azucena Dalla Porta, 
Gemma Antuzzi, Anita Antuzzi, Ernesto Ceraso, Enrico Onorato, 
Elena Brunini Privato





Peccato però non avere fotografie del matrimonio. 
A tutti i matrimoni se ne fanno, e sicuramente anche al loro, ma purtroppo non sono pervenute al curatore di questo Archivio.
(A meno che la panciona di Paolina non abbia consigliato a qualcuno di censurare le immagini...).
Ci sono comunque le due foto artistiche più sopra pubblicate che possono plausibilmente riferirsi al suo abito da sposa.
La stampa annunciò sobriamente il matrimonio, anche prendendo grosse cantonate, come quella, da parte della rivista Ars et Labor, di ribattezzare Paolina "Angiolina". L'abbiamo messa in cornice, la cantonata, e la cornice serve anche a sottolineare l'inserimento della nostra coppietta tra personaggi di alto lignaggio.



Ma abbiamo capito cosa era successo: Ars et Labor non aveva fatto altro che scopiazzare dalla più autorevole rivista L'Arte Drammatica, da cui era scaturito lo svarione. Lo stesso inserire il nome Tito in mezzo a Serafino Renzi lo denuncia: Tito infatti è un soprannome che Enrico Polese Santarnecchi, deus ex machina de L'Arte Drammatica, aveva affibbiato a Renzi, e che usava solo lui. Ecco cosa succede a copiare: si copiano anche gli errori, ed è così che la maestra se ne accorge. 
Paolina diventa Angiolina. Zero a tutti e due.
Ecco il peccato originale:


Volete le prove del soprannome? Eccole: solo un mese prima in un suo articoletto il Polese Santarnecchi si era inventato il "Tito" Renzi:

E vogliamo dire tutta la verità?
Serafino Renzi era in realtà un Nerone mascherato da Tito. A questa conclusione ci hanno portato le nostre capillari ricerche.

Ma ancora qualche annuncio di nozze.

Su Il Teatro Illustrato:


Su La Scena di Prosa:







Su Il Piccolo Faust:





(Si sono sciupati...)
E dall'anno successivo gli articoli di stampa avrebbero fortunatamente fatto lavorare di nuovo le forbici di Paolina
aiutate, immaginiamo, da quelle coniugali di Antonio.

In questo Archivio si contano 207 articoli ritagliati e raccolti in Album da Paolina e Antonio, oltre a varie centinaia di altri acquisiti in digitale da noi, e non è un numero disprezzabile.

Leggiamo qualcosa dall'Album di 
Paolina e Antonio:

* IL CITTADINO.
Savona, 13 aprile 1909.
LA COMPAGNIA ZANNINI-GRECO AL POLITEAMA GARIBALDI.

"La figlia di Jorio", il lavoro più teatrale di Gabriele d'Annunzio, ebbe ieri sera una esecuzione soddisfacentissima. La sig.ra Pezzaglia-Greco mise tutta la sua anima appassionata nella interpretazione dell'originale personaggio dannunziano: ebbe accenti efficacissimi, scena sicura, espressione mirevole. Lo Zannini fu un Aligi ottimo, il Greco dette tutto il possibile risalto alla parte di Lazzaro di Rolo.


Paolina nel ruolo di Mila di Codra ne "La figlia di Iorio", di D'Annunzio
(da una foto quasi del tutto illeggibile restaurata dal fotografo Giovanni Fortunato, 
che è riuscito a tirare fuori dal niente l'espressione dell'attrice 
nel momento più drammatico dell'opera dannunziana)






Così scopriamo che Antonio Greco ha messo il nome in ditta con Giovanni Zannini.
Ma leggiamo ancora:

* IL DOVERE.
Savona, 3 aprile 1909.
IL SUCCESSO ENTUSIASTICO DELLA COMPAGNIA ZANNINI-GRECO.

La Compagnia Zannini-Greco si è con "La fiaccola sotto il moggio" decisamente affermata. La Pezzaglia-Greco fu una Gigliola come forse  la pensava l'autore stesso, e ci pare la miglior lode. Il serparo (Greco) s'ebbe una salve d'applausi meritati all'imprecazione del terzo atto.

Ben vide quel critico teatrale: 
"una Gigliola come forse la pensava l'autore stesso".
Ricordate ciò che disse in seguito D'Annunzio di Paolina a proposito della "Fiaccola"?
(Basta rileggersi il capitolo n. 3 di questo Archivio).

E proseguiamo:

* IL CITTADINO.
Savona, 14 aprile 1909.
LA COMPAGNIA ZANNINI-GRECO.

La signora Pezzaglia-Greco ha dato ieri sera una delle prove migliori dell'arte sua, di un'arte ricca di intelligenza e di studio, di osservazione e di riproduzione efficacissima, minuziosa, vera. "La Signora delle Camelie" è dei lavori che più si prestano alla manifestazione delle doti di chi ne interpreta la protagonista, la quale passa da scene vivaci a scene di dolore, da scene di passione a scene di malattia, e che ha un epilogo straziante ma difficilissimo nella morte. Ebbene, tutte le scene, tutti i passaggi del personaggio furono resi in modo insuperabile, degno di ambiti confronti. E il pubblico plaudì, plaudì molto e molte volte, con vero entusiasmo.
Che aggiungere? Non crediamo si possa ottenere di più da un critico teatrale.
Chi si prende costantemente questi giudizi deve essere per forza di livello superiore!


Lei, sempre lei in primo piano.
Lui bravo, ma secondo, terzo, insomma nella norma.
Lei classe, lui mestiere.
Ma tutti e due grande passione.
Che altro conta?

W gli sposi!


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